Incidenza, fattori di rischio, ed effetto sulla sopravvivenza del tromboembolismo venoso nei pazienti con leucemia acuta


Una coorte di popolazione è stata utilizzata per determinare l'incidenza e i fattori di rischio associati allo sviluppo di tromboembolismo venoso tra soggetti con diagnosi di leucemia acuta tra il 1993 e il 1999 in California.

I principali risultati sono stati trombosi venosa profonda in entrambi gli arti inferiori e superiori, embolia polmonare, e mortalità. Tra i 5.394 casi con leucemia mieloide acuta, l'incidenza cumulativa di tromboembolismo venoso a 2 anni è stata del 5.2% ( n=281 ).

Tra i casi di tromboembolismo venoso il 64% si è verificato entro 3 mesi dalla diagnosi di leucemia mieloide acuta.

Nei pazienti con leucemia mieloide acuta, il sesso femminile, l'età avanzata, il numero di comorbidità croniche, e la presenza di un catetere sono stati predittori significativi dello sviluppo di tromboembolismo venoso entro 1 anno.

Una diagnosi di tromboembolismo venoso non è stata associata con ridotta sopravvivenza nei pazienti con leucemia mieloide acuta.

Tra i 2482 casi con leucemia linfoblastica acuta, l’incidenza a 2 anni di tromboembolismo venoso è stata del 4.5%.

I fattori di rischio per il tromboembolismo venoso sono stati: presenza di un catetere venoso centrale, età avanzata, e numero di comorbidità croniche.

Nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta lo sviluppo di tromboembolia venosa è stato associato ad un incremento del 40% del rischio di morte entro 1 anno.
L'incidenza del tromboembolismo venoso nella leucemia acuta è considerevole, ed è comparabile con l'incidenza in molti tumori solidi. ( Xagena_2009 )

Ku GH et al, Blood 2009; 113; 3911-3917



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