Leucemia linfoblastica acuta: il trapianto allogenico di cellule emopoietiche produce una sopravvivenza libera da malattia duratura


Sono stati analizzati 623 trapianti mieloablativi di cellule ematopoietiche in leucemia linfoblastica acuta ( dal 1980 al 2005 ).

I donatori erano autologhi ( n=209 ), parenti ( n=245 ), non-parenti ( n=100 ) e sangue di cordone ombelicale ( n=69 ).

Dopo un follow-up mediano di 8.3 anni, la sopravvivenza generale a 5 anni, la sopravvivenza libera da leucemia e la ricaduta sono state, rispettivamente, pari a 29%, 26% e 43%.

La mortalità legata al trattamento a 2 anni è stata del 28%.

Le fonti d donatori non-parenti e non-compatibili erano associate a una più elevata mortalità correlata al trattamento ( rischio relativo [ RR ] 2.2; P<0.01 ) e a una minore sopravvivenza generale ( RR=1.5; P=0.05 ) rispetto ai trapianti di cellule ematopoietiche da parenti o da sangue del cordone ombelicale.

L’autotrapianto ha portato a un numero significativamente superiore di ricadute ( 68%; P<0.01 ) e a una minore sopravvivenza libera da leucemia ( 14%; P=0.01 ).

Il trapianto di cellule ematopoietiche in prima remissione completa ha portato a esiti significativamente migliori rispetto al trapianto più tardivo.

In una coorte dal 1990 al 2005 di trapianti allogenici in prima remissione completa / seconda risposta completa, i tassi di sopravvivenza generale a 5 anni, di sopravvivenza libera da leucemia e di ricaduta sono stati, rispettivamente, 41%, 38% e 25%; la mortalità legata al trattamento a 2 anni è stata del 34%.

Con donatori parenti, donatori non-parenti e sangue di cordone ombelicale altamente compatibili, la sopravvivenza libera da leucemia a 5 anni è stata, rispettivamente, del 40%, 42% e 49%, mentre la ricaduta è stata di 31%, 17% e 27%.

La malattia graft-versus-host acuta ( GVHD ) è risultata associata a un numero inferiore di ricadute.

Dal 1995 sono stati osservati miglioramenti progressivi nella sopravvivenza generale, nella sopravvivenza libera da leucemia e nella mortalità legata al trattamento.

In conclusione, il trapianto di cellule ematopoietiche allogenico per leucemia linfoblastica acuta, ma non quello autologo, ha prodotto una durevole sopravvivenza libera da malattia.
Il trapianto effettuato con sangue del cordone ombelicale ha portato a esiti simili a quelli osservati con trapianto da donatore parente o da donatore non-parente altamente compatibile.
Il trapianto di cellule ematopoietiche in remissione precoce permette di sfruttare al meglio la potente efficacia antileucemica del trapianto allogenico da fonti provenienti da sangue di cordone ombelicale, donatore parente o donatore non-parente. ( Xagena_2009 )

Tomblyn MB et al, J Clin Oncol 2009; 27: 3634-3641



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