Mieloma multiplo: Teclistamab in combinazione con Daratumumab per via sottocutanea e Lenalidomide


Sono stati presentati i risultati relativi allo studio di fase 1b MajesTEC-2 su Teclistamab ( Tecvayli ), un anticorpo bispecifico che reindirizza le cellule T sulle plasmacellule di mieloma, avendo come bersaglio sia l'antigene di maturazione delle cellule B ( BCMA ) sia il CD3.

In particolare, i nuovi dati si riferiscono a una coorte dello studio che ha analizzato Teclistamab in combinazione con la formulazione sottocutanea di Daratumumab ( Darzalex Faspro ) e con Lenalidomide ( Revlimid ).
Il regime di immunoterapia ha dimostrato un profilo di sicurezza gestibile, senza segnalazioni di sicurezza inaspettate.
Una risposta parziale molto buona ( VGPR ) o superiore è stata raggiunta dal 90.3% dei pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario, che avessero ricevuto da una a tre linee di terapie precedenti, tra cui un inibitore del proteasoma e un agente immunomodulante, con un miglioramento delle risposte nel tempo.

Questi dati hanno evidenziato il potenziale dell’anticorpo bispecifico anti-BCMA Teclistamab in combinazione con Daratumumab ( Darzalex ), anticorpo che ha come bersaglio CD38, e Lenalidomide ( Revlimid ), nel trattamento del mieloma multiplo recidivato o refrattario.

Ad un follow-up mediano di 8.4 mesi ( range, 1.1 – 12.9 ), il tasso di risposta globale ( ORR ) è stato pari al 93.5%. Tra tutti i pazienti coinvolti nello studio, il 90.3% di questi ha raggiunto una risposta parziale molto buona e il 54.8% ha invece raggiunto una risposta completa ( CR ) o migliore.
Il tempo mediano alla risposta è stato di un mese ( range, 0.7 – 3.3 ). Mentre, il tempo mediano alla risposta completa ( CR ) o migliore è stato di 3 mesi ( range, 1.0 – 10.4 ).
Al cut-off dei dati, l’80.6% dei pazienti è rimasto libero da progressione e ancora in trattamento. Le risposte sono rimaste profonde nel tempo e la durata mediana della risposta non è stata raggiunta.

MajesTEC-2 è uno studio multicoorte. L’obiettivo primario di questa specifica coorte è comprendere se gli effetti immunomodulanti di Daratumumab per via sottocutanea e di Lenalidomide possano potenziare la funzione di Teclistamab, portando eventualmente a una maggiore attività anti-mieloma in una popolazione più ampia di pazienti rispetto a quella indicata ad oggi.

Gli eventi avversi ematologici più frequenti osservati nello studio includono neutropenia ( 84.4% di qualsiasi grado, 78.1% di grado 3/4 ) e trombocitopenia ( 25% di qualsiasi grado, 15.6% di grado 3/4 ).
L’evento avverso non-ematologico più frequente è stata la sindrome da rilascio da citochine ( CRS ) ( 81.3%, tutti di grado 1/2 ); il 97% degli eventi correlati a sindrome da rilascio di citochine si sono verificati durante il ciclo 1.

Altri eventi avversi non-ematologici includono spossatezza ( 46.9% di ogni grado, 6.3% di grado 3/4 ), diarrea ( 46.9% di ogni grado, nessuna di grado 3/4 ), tosse ( 40.6% di ogni grado, 3.1% di grado 3/4 ), COVID-19 ( 37.5% di ogni grado, 12.5 di grado 3/4 ), insonnia ( 37.5% di ogni grado, 3.1 di grado 3/4 ), ipofosfatemia ( 31.3% di ogni grado, 6.3% di grado 3/4 ), piressia ( 31.3% di ogni grado, 3.1% di grado 3/4 ), infezione del tratto respiratorio superiore ( 31.3% di ogni grado, nessuno di grado 3/4 ), nausea ( 31.3% di ogni grado, nessuno di grado 3/4 ), aumento dell’alanina aminotransferasi ( ALT ) ( 28.1% di ogni grado, 9.4% di grado 34 ) e polmonite ( 25% di ogni grado, 15% di grado 3/4 ).

Due pazienti hanno interrotto il trattamento a causa dell’insorgere dell’infezione da COVID-19, ritenuta tuttavia non-correlata allo studio da parte dello sperimentatore.
Tra i pazienti arruolati nello studio, le infezioni sono state comuni, tuttavia la maggior parte è risultata di basso grado ( 90.6% di ogni grado, 37.5% di grado 3/4 ). ( Xagena_2022 )

Fonte: ASH ( American Society of Hematology ) Annual Meeting, 2022

Xagena_Medicina_2022