Azacitidina nel trattamento della leucemia mieloide acuta recidivata o refrattaria nei pazienti anziani


La prognosi dei pazienti con più di 50 anni con leucemia mieloide acuta ( LMA ) recidivante o refrattaria è sfavorevole.
L'Azacitidina ( Vidaza ) è stata studiata nei pazienti con anziani con leucemia mieloide acuta.

Sono stati riporti i risultati di 130 pazienti di età superiore a 50 anni inclusi in un Programma multicentrico di Azacitidina dopo recidiva ( n = 67 ) o il fallimento della induzione ( n = 63 ) della chemioterapia intensiva.

L'età media dei pazienti era di 67 anni; il rischio citogenetica era alta nel 28% dei casi e il performance status era di 2 o maggiore nel 15% dei casi.

La maggior parte ( 72% ) dei pazienti aveva ricevuto Azacitidina secondo lo schema standard ( 75 mg/m2/die, 7 giorni/mese ) per una mediana di 4 cicli.

Il tasso di risposta complessiva è stato del 17% ( risposta completa [ CR ] 10%, incompleto recupero ematologico [ Cri ] 7% ).

La sopravvivenza globale mediana è stata pari a 8.4 mesi.
Il raggiungimento di CR/CRi è risultato associato a una sopravvivenza prolungata ( P = 0.0001 ), mentre il miglioramento ematologico secondo criteri MDS, raggiunto nel 36% dei pazienti con malattia resistente, non ha migliorato la sopravvivenza.

All'analisi multivariata, la citogenetica ad alto rischio ( p = 0.022 ) e i blasti periferici maggiori del 10% ( P inferiore a 0.0001 ) all’inizio del trattamento con Azacitidina erano predittori indipendenti di prognosi infausta.
Combinando questi due fattori, i ricercatori hanno identificato un sottogruppo di pazienti ( 48% ) con rischio citogenetico intermedio e blasti periferici inferiori o uguali al 10% e una sopravvivenza globale mediana di 11.3 mesi.
Questi risultati giustificano ulteriori indagini di regimi a base di Azacitidina in questo sottogruppo di pazienti. ( Xagena_2014 )

Itzykson R et al, Leuk Res 2014; Epub ahead of print

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