Linfoma follicolare recidivato o refrattario: efficacia della combinazione Zanubrutinib e Obinutuzumab


Dallo studio di fase 2 ROSEWOOD, nei pazienti con linfoma follicolare recidivato o refrattario, l’aggiunta di Zanubrutinib ( Brukinsa ), un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton ( BTK ), a Obinutuzumab ( Gazyvaro ), un anticorpo anti-CD20, ha prodotto un aumento della sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto al trattamento con il solo Obinutuzumab.

In generale, la terapia con la combinazione Zanubrutinib e Obinutuzumab ha portato a una riduzione del rischio di progressione della malattia o di morte del 49% rispetto al solo Obinutuzumab.

ROSEWOOD è uno studio internazionale randomizzato e controllato, in aperto, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza della combinazione Zanubrutinib e Obinutuzumab rispetto alla monoterapia con l’anticorpo monoclonale nei pazienti con linfoma follicolare recidivato o refrattario.
Lo studio ha riguardato 217 pazienti con linfoma follicolare di grado da 1 a 3 che in precedenza erano stati trattati con due o più linee di terapia sistemica, tra cui un anticorpo anti-CD20 e un agente alchilante.

I partecipanti sono stati assegnati in un rapporto 2:1 al trattamento con Zanubrutinib più Obinutuzumab ( 145 pazienti ) oppure con il solo Obinutuzumab ( braccio di controllo, 72 pazienti ).

Il follow-up mediano è stato di 12.5 mesi. In entrambi i bracci dello studio, Obinutuzumab è stato somministrato alla dose di 1000 mg per via endovenosa nei giorni 1, 8 e 15 del ciclo 1, nel giorno 1 dei cicli da 2 a 6 e successivamente ogni 8 settimane, fino a un massimo di 20 dosi. I pazienti assegnati alla combinazione sono stati trattati, inoltre, con zanubrutinib alla dose orale di 160 mg due volte al giorno fino a progressione della malattia o al manifestarsi di una tossicità inaccettabile.

L’età mediana dei partecipanti era di 64 anni e circa la metà dei pazienti di ogni gruppo è stata considerata ad alto rischio, con un punteggio elevato dell’ indice IPI ( International Prognostic Index ) per il linfoma follicolare.
I pazienti erano già stati trattati con una mediana di tre linee precedenti e circa un quarto, in entrambi i bracci, con più di tre linee ( 28% con la combinazione e 25% con la monoterapia ).

Il tasso di risposta globale ( ORR ) è stato quasi del 70% nel braccio trattato con la combinazione contro il 45.8% nel braccio trattato con Obinutuzumab ( P = 0.0017 ).
Il 37.2% dei pazienti trattati con la combinazione ha raggiunto una risposta completa ( CR ), rispetto al 19.4% dei pazienti trattati con il solo Obinutuzumab ( P = 0.0083 ).

La sopravvivenza mediana senza progressione è risultata più che raddoppiata nel gruppo dei pazienti trattati con Zanubrutinib più Obinutuzumab, rispetto ai pazienti trattati con Obinutuzumab in monoterapia ( 27.4 versus 11.2 mesi; hazard ratio, HR=0.51; P = 0.004 ).

Il tasso di mantenimento della risposta a 18 mesi è stato del 71% con Zanubrutinib più Obinutuzumab, contro il 54.6% con Obinutuzumab, in monoterapia.

I pazienti del braccio di controllo ( trattati solamente con Obinutuzumab ) con progressione della malattia o non-responder al trattamento entro 1 anno, potevano essere trattati anche con Zanubrutinib. Tra i 29 pazienti passati alla combinazione, il tasso di risposta obiettiva è stato del 24%.

Al momento della presentazione dei risultati, la mediana di sopravvivenza globale ( OS ) non era ancora stata raggiunta.

Gli eventi avversi di qualsiasi grado verificatisi in più del 10% dei pazienti del braccio terapia di combinazione sono stati: trombocitopenia ( 34.3% ), neutropenia ( 27.3% ), diarrea ( 16.1% ), affaticamento ( 14.0% ), stipsi ( 13.3% ), tosse ( 11.9% ), piressia ( 11.2% ) e dispnea ( 10.5% ). Gli eventi avversi di grado 3 o superiore sono stati più frequenti nel braccio combinazione rispetto quello di controllo e hanno incluso: neutropenia ( 22.4% versus 19.7% ), trombocitopenia ( 14.0% vs 7% ), fibrillazione atriale ( 0.7% vs 0% ) ed emorragie maggiori ( 1.4% vs 0% ).
Riguardo agli eventi avversi correlati al trattamento ad esito fatale, l’incidenza è stata inferiore nel gruppo trattato con la terapia combinata rispetto al gruppo solo Obinutuzumab ( 5.6% vs 9.9% ).

Fonte: European Hematology Association ( EHA ) Annual Meeting, 2022

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