Concizumab, un inibitore TFPI, riduce i sanguinamenti nei pazienti con emofilia


I risultati di un’analisi dello studio registrativo Explorer7 hanno mostrato che nei pazienti con emofilia A o B con inibitori, un trattamento di profilassi con l’anti-TFPI Concizumab ( Alhemo ) è in grado di ridurre drasticamente la frequenza dei sanguinamenti rispetto al trattamento al bisogno e il beneficio del farmaco si ottiene indipendentemente dalla presenza o meno al basale di articolazioni bersaglio, cioè di articolazioni interessate da sanguinamenti ricorrenti.

Dopo 32 settimane di trattamento, nei pazienti trattati con Concizumab il tasso di sanguinamento annualizzato ( ABR ) è risultato 10 volte più basso, e inferiore a 1, nel sottogruppo senza articolazioni bersaglio al basale e oltre 6 volte più basso, e inferiore a 2, in quello con articolazioni bersaglio al basale, rispetto al trattamento a domanda. Inoltre, è stato osservato che il beneficio di Concizumab si mantiene nel tempo, in quanto nei pazienti trattati con l’anticorpo si sono osservati bassi tassi di sanguinamento anche alla valutazione delle 56 settimane.

Concizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato IgG4 e appartiene a una nuova classe di farmaci in sviluppo per il trattamento dell’emofilia A e B, quella degli inibitori della via del fattore tissutale ( TFPI ), una proteina che inibisce la fase iniziale della coagulazione fisiologica. Il farmaco è in grado di offrire un trattamento di profilassi sottocutaneo da somministrare una volta al giorno alle persone con emofilia A o B con inibitori ( anticorpi che si sviluppano contro i fattori della coagulazione forniti con la terapia sostitutiva ).

Concizumab non è una terapia sostituiva; agisce ripristinando la produzione di trombina, che risulta compromessa in varia misura nei soggetti emofilici, abolendo l’effetto inibitorio del TFPI sull’avvio della coagulazione. Bloccando il TFPI, Concizumab induce la produzione di trombina, che aiuta il sangue a coagulare, e previene i sanguinamenti.
Grazie al suo meccanismo d’azione, Concizumab non induce o favorisce lo sviluppo degli inibitori di FVIII o di FIX, che rappresenta, invece, un grosso limite della terapia con fattore VIII nell’emofilia A e fattore IX nell’emofilia B.

Studio Explorer7

Explorer7 è uno studio multicentrico internazionale di fase 3a, randomizzato, in aperto che ha confrontato la profilassi con Concizumab con l’assenza di profilassi, arruolando 133 pazienti, di cui 80 con emofilia A e 53 con emofilia B, tutti con inibitori.

Lo studio prevedeva due gruppi randomizzati e due gruppi non-randomizzati. I pazienti sono stati assegnati secondo un rapporto di randomizzazione 1 : 2 al trattamento a domanda degli episodi emorragici per almeno 24 settimane (gruppo 1) o alla profilassi con Concizumab per almeno 32 settimane (gruppo 2) oppure alla profilassi con Concizumab in modo non-randomizzato nei gruppi 3 e 4. Nel gruppo 1, dopo 24 settimane i pazienti potevano passare al trattamento con l’anti-TFPI. I partecipanti sono stati trattati con una dose da carico di Concizumab pari a 1 mg/kg il giorno 1 e poi con 0,2 mg/kg al giorno, con la possibilità di ridurre a 0,15 o aumentare a 0,25 mg/kg al giorno sulla base della concentrazione plasmatica di Concizumab dopo 4 settimane di trattamento. Complessivamente 52 pazienti sono stati assegnati ai gruppi 1 e 2 (19 al gruppo 1 e 33 al gruppo 2) e i restanti 81 ai gruppi 3 e 4.

L’endpoint primario dello studio era il numero di sanguinamenti traumatici e spontanei trattati nel gruppo 1 versus gruppo 2. Erano endpoint secondari i Patient-Reported Outcome ( PRO ), le variazioni dei punteggi relativi al dolore e al funzionamento fisico nel Short-Form Health Survey a 36-Item, versione 2 ( SF-36v2 ) dall’inizio del trattamento a 24 settimane, la sicurezza, la farmacocinetica e la farmacodinamica.

Lo studio ha raggiunto l’endpoint primario, mostrando un tasso annualizzato di sanguinamenti ( ABR ) da trauma e spontanei trattati significativamente inferiore nel gruppo che effettuava la profilassi con Concizumab.
Al cut-off delle 32 settimane, il tasso annualizzato di sanguinamenti medio stimato è risultato pari a 11,8 episodi nel gruppo 1 contro solo 1,7 episodi nel gruppo 2 (rate ratio, RR=0,14; IC 95% 0,07-0,29; P minore di 0,001), una riduzione di circa sette volte per i pazienti trattati con l’anti-TFPI. ( Xagena_2025 )

Fonte: 18° Annual Meeting EAHAD ( European Association for Haemophilia and Allied Disorders ) 2025

XagenaMedicina_2025