Vidaza, Azacitidina per via iniettiva, nei pazienti anziani con leucemia mieloide acuta


La Commissione europea ha approvato Vidaza ( Azacitidina per iniezione ) per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta di età maggiore o uguale a 65 anni non-eleggibili al trapianto di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ).

L’autorizzazione all’immissione in commercio per Azacitidina per iniezione è stata aggiornata per includere questa nuova indicazione riguardante la leucemia mieloide acuta, relativa ai pazienti con più del 30% di blasti nel midollo osseo; in precedenza, l’indicazione riguardava i pazienti con leucemia mieloide acuta con meno del 30% di blasti.

L’Azacitidina è un analogo del nucleoside pirimidinico citidina che inibisce la metilazione del DNA e svolge azione citotossica contro le cellule tumorali in rapida proliferazione nel midollo osseo.

Nell'Unione Europea, Vidaza è indicato per il trattamento di pazienti affetti da sindrome mielodisplastica ( SMD ) con punteggio IPSS intermedio 2-alto: leucemia mieloide acuta con 20-30% di blasti e displasia multilineare leucemia mielomonocitica cronica ( LMMC ) con 10-29% di blasti.

Negli Stati Uniti Vidaza non è indicato per il trattamento di pazienti con leucemia mieloide acuta, ma per i seguenti sottotipi di sindrome mielodisplastica secondo la classificazione Francese-Americana-Britannica ( FAB ): anemia refrattaria o anemia refrattaria con sideroblasti ad anello ( ARSA ) ( se associate a neutropenia o trombocitopenia o alla necessità di trasfusioni ), anemia refrattaria con eccesso di blasti ( AREB ), anemia refrattaria con eccesso di blasti in trasformazione ( AREBt ) e leucemia mielomonocitica cronica ( LMMC ).

Nella leucemia mieloide acuta, i mieloblasti perdono la capacità differenziativa e acquisiscono un vantaggio proliferativo accumulandosi in forma di elementi immaturi, i blasti, che interferiscono con la capacità dell’organismo di controllare le infezioni e determinano una insufficiente produzione di globuli rossi e piastrine con conseguenti anemia ed emorragie.
La leucemia mieloide acuta ha una progressione rapida ed è tipicamente associata a una prognosi sfavorevole, in particolare nei pazienti che non sono in grado di tollerare terapie potenzialmente curative come il trapianto di cellule staminali.

Studio AML-AZA-001: Azacitidina versus Terapie convenzionali negli anziani

La decisione della Commissione Europea di estensione di indicazione si basa sui dati dello studio registrativo AML-AZA-001, uno studio globale, multicentrico, randomizzato, in aperto su pazienti di età maggiore o uguale a 65 anni con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi o secondaria, con più del 30% di blasti nel midollo osseo.

Lo studio ha confrontato Azacitidina per iniezione più BSC ( best supportive care ) ( n=241 ) con regimi terapeutici convenzionali ( n=247 ) ( basse dosi di Citarabina, chemioterapia intensiva e BSC ).

La sopravvivenza globale ( OS ) mediana, l’endpoint primario dello studio, è risultata pari a 10.4 mesi ( IC al 95% 8.0-12.7 mesi ) nei pazienti trattati con Azacitidina rispetto a 6.5 mesi ( IC al 95%: 5.0-8.6 ) in quelli sottoposti a regimi terapeutici convenzionali ( hazard ratio, HR=0.85 [ IC al 95% 0.69, 1.03 ], p = 0.1009 al log-rank test stratificato ).

I tassi di sopravvivenza a 1 anno con Azacitidina e i regimi convenzionali sono stati rispettivamente del 46.5% e del 34.2% ( differenza: 12.3% [ IC al 95%: 3.5-21% ] ).

In questo studio, i tassi di anemia, neutropenia, neutropenia febbrile e trombocitopenia di grado 3-4 sono risultati rispettivamente pari a: 16%, 26%, 28% e 24% con Azacitidina; 5%, 5%, 28% e 5% con BSC; 23%, 25%, 30% e 28% con Ara-C a basse dosi; e 14%, 33%, 31% e 21% con chemioterapia intensiva. ( Xagena_2015 )

Fonte: Celgene, 2015

Xagena_Medicina_2015