Luspatercept nel trattamento della beta-talassemia o della sindrome mielodisplastica


Luspatercept, è un nuovo biologico, il primo della classe degli agenti di maturazione eritroide ( EMA ), progettato per correggere l’eritropoiesi inefficace e regolare lo stadio tardivo di maturazione dei globuli rossi.
Il farmaco aumenta la quantità di globuli rossi sani, interferendo con i segnali che ne sopprimono la produzione. Consentendo al paziente di produrre i propri globuli rossi, Luspatercept riduce la necessità di ricorrere a trasfusioni.

Lo studio di fase 3 BELIEVE lo ha testato su pazienti adulti con beta-talassemia, mentre lo studio di fase 3 MEDALIST lo ha invece sperimentato su una popolazione di pazienti con sindrome mielodisplastica.

Sono attualmente in corso altre tre studi, il COMMANDS di fase 3 su pazienti con sindromi mielodisplastiche a basso rischio in prima linea, lo studio di fase 2 BEYOND su pazienti con beta-talassemia non-trasfusione-dipendente.
Inoltre, Luspatercept è in valutazione di uno studio di fase 2 su pazienti con mielofibrosi.

Beta-talassemia

La beta talassemia è una patologia genetica causata da mutazioni del gene HBB ( cromosoma 11 ), che provoca una ridotta produzione della proteina emoglobina e che si ereditano con modalità autosomica recessiva.
Le persone affette da questa condizione presentano ipersplenismo, litiasi biliare, iperplasia mascellare, fratture patologiche.

Questa condizione, detta anche anemia mediterranea definisce un gruppo di malattie ereditarie del sangue, caratterizzate da una sintesi ridotta o assente delle catene beta dell’emoglobina.
I pazienti che ne sono affetti possono dunque presentare gradi variabili di patologia, dalla sostanziale assenza di disturbi a una grave forma di anemia che richiede frequenti trasfusioni.
Le ripetute trasfusioni risolvono temporaneamente il problema dell’anemia ma ne creano altri, legati all’accumulo di ferro, che interessa vari organi e che a livello del cuore può portare nel tempo a una forma di scompenso cardiaco potenzialmente fatale.

Non esistono ad oggi terapie ( anche se sono allo studio terapie geniche curative ) all’infuori delle trasfusioni, che nei casi più gravi vanno fatte fin da bambini e della terapia ferro-chelante per proteggere gli organi dall’accumulo di ferro.
Questa patologia ha un incidenza annua nel mondo di circa 1 caso su 100.000. Ad essere particolarmente colpite sono la Grecia e la costa della Turchia, oltre ad alcune isole del mediterraneo come Sicilia, Sardegna, Corsica, Cipro, Malta e Creta. Particolarmente colpite in Italia sono delta del Po, Ciociaria, Sardegna e Sicilia.
L’Italia è il Paese del mondo occidentale con il maggior numero di pazienti affetti da questa patologia. Si stima che in Italia potrebbero essere oltre 7.000 le persone con beta-talassemia candidabili a questo trattamento, per ridurre il loro carico trasfusionale.

Sindromi mielodisplastiche

Sono delle neoplasie ematologiche caratterizzate dall’incapacità del midollo osseo di produrre cellule del sangue sane a sufficienza.
I pazienti con le forme della malattia a più alto rischio spesso presentano emorragie, infezioni o virano verso una forma di leucemia mieloide acuta, una forma più aggressiva di tumore.
Tra i soggetti con le forme a più basso rischio, la linea cellulare più colpita è quella dei globuli rossi e questi pazienti presentano dunque anemia che causa una sintomatologia debilitante.
I farmaci attualmente disponibili per correggere l’anemia funzionano in circa la metà dei pazienti con anemia correlata a sindrome mielodisplastica a basso rischio e in un quarto dei pazienti dipendenti dalle trasfusioni.
I soggetti che non rispondono a queste terapie o che presentano effetti avversi a questi farmaci hanno come unica alternativa terapeutica il ricorso a frequenti trasfusioni, che correggono tuttavia solo temporaneamente i valori di emoglobina, esponendo al contempo i pazienti ai rischio del sovraccarico di ferro soprattutto a livello di fegato e cuore. ( Xagena_2019 )

Fonte: Celgene, 2019

Xagena_Medicina_2019