Linfoma diffuso a grandi cellule B recidivante nei pazienti non-idonei al trapianto: la terapia di mantenimento con Lenalidomide migliora la sopravvivenza libera da progressione


Molti pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, recidivato, nella pratica clinica non sono idonei al trapianto.
Uno studio di fase 2 ha esaminato l’effetto della terapia di mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) in 46 pazienti con linfoma DLBCL de novo o trasformato recidivante, non-idonei al trapianto.

Tutti i pazienti hanno ricevuto Lenalidomide per os 25 mg/die per 21 giorni di cicli di 28 giorni fino a progressione o tossicità intollerabile.

Il 78% dei pazienti presentava linfoma DLBCL de novo; il 22% aveva DLBCL trasformato.

Ventisei pazienti hanno ottenuto una risposta completa; 20 pazienti una risposta parziale.
La sopravvivenza libera da progressione a 1 anno è stata del 70%; la sopravvivenza globale a 1 anno dell’81%; la sopravvivenza globale a 3 anni del 71%.
Tutti i sottogruppi hanno ottenuto un beneficio con la terapia di mantenimento con Lenalidomide.
I pazienti hanno ricevuto in media 12 cicli di Lenalidomide.

La Lenalidomide è risultata ben tollerata; ad eccezione della neutropenia, le tossicità di grado 3-4 sono state rare.
Sono stati registrati 10 eventi avversi gravi in 9 pazienti a causa di neutropenia febbrile ( n=4 ), diarrea ( n=2 ), melena, ictus, vomito e infarto intestinale; tutti i pazienti tranne uno si sono ripresi e 6 di questi pazienti hanno continuato il trattamento con Lenalidomide.

In conclusione, nei pazienti con recidiva chemiosensibile del linfoma diffuso a grandi cellule B, non-idonei al trapianto autologo di cellule staminali ( ASCT ) o in recidiva dopo il trapianto, la terapia di mantenimento con Lenalidomide ha permesso di ottenere una migliore sopravvivenza libera da progressione, con tollerabilità accettabile. ( Xagena_2017 )

Fonte: Lancet Haematology, 2017

Xagena_Medicina_2017