Besponsa per il trattamento, in monoterapia, dei pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B, recidivante o refrattaria
La Commissione Europea ha approvato Besponsa ( Inotuzumab ozogamicin ) per il trattamento, in monoterapia, dei pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta ( LLA ) da precursori delle cellule B CD22-positivi, recidivante o refrattaria.
Questa indicazione comprende il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta, recidivante o refrattaria, negativa per il cromosoma Philadelphia ( Ph- ) e positiva per il cromosoma Philadelphia ( Ph+ ).
I pazienti adulti con LLA Ph+ da precursori delle cellule B, CD22-positivi, recidivante o refrattaria, devono aver fallito precedentemente il trattamento con almeno un inibitore della tirosinchinasi ( TKI ).
Con questa approvazione, Besponsa diventa il primo e unico anticorpo-farmaco coniugato disponibile nell’Unione Europea per il trattamento dei pazienti con questo tipo di leucemia.
L’obiettivo del trattamento per le forme recidivanti o refrattarie ( resistenti ) della leucemia linfoblastica acuta è di ottenere una remissione completa, evitando una eccessiva tossicità, affinché i pazienti possano affrontare ulteriori programmi terapeutici, in particolare il trapianto di cellule staminali, riconosciuto come la migliore opzione in grado di prolungare la vita dei pazienti, ma anche le terapie di mantenimento o altre terapie.
In pazienti con leucemia linfoblastica acuta recidivante o refrattaria, la mediana di sopravvivenza globale è di soli 3-6 mesi.
L’attuale standard di trattamento è costituito da cicli di chemioterapia intesivi, efficaci in meno del 50% dei pazienti refrattari o recidivanti e associati a scarsa sopravvivenza a lungo termine, alta tossicità, lunghi tempi di degenza e infusioni continue.
La leucemia linfoblastica acuta recidivante o refrattaria alla prima linea di trattamento è una patologia rara e a rapida progressione con una prognosi molto sfavorevole.
Inotuzumab ozogamicin è un anticorpo-farmaco coniugato ( ADC ) costituito da un anticorpo monoclonale ( mAb ) diretto verso il CD22.
Il CD22 è un antigene presente sulle cellule cancerose di quasi tutti i pazienti con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B.
Inotuzumab ozogamicin è collegato a un agente citotossico, la Calicheamicina. Quando l’ADC si lega all’antigene CD22 sulle cellule B, viene internalizzato nella cellula. Qui l’agente citotossico, la Calicheamicina, viene rilasciato per distruggere la cellula maligna.
Negli Stati Uniti, Inotuzumab ozogamicin ha ricevuto nell’ottobre del 2015 la designazione di breakthrough therapy ( terapia fortemente innovativa ) per la leucemia linfoblastica acuta da parte dell'FDA ( Food and Drug Administration ).
L’approvazione di Besponsa da parte della Commissione Europea è supportata dai risultati dello studio di fase III INO-VATE ALL, dove sono stati arruolati 326 pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B, refrattaria o recidivante.
Inotuzumab ozogamicin è stato confrontato con la chemioterapia standard intensiva.
Lo studio INO-VATE ALL aveva due endpoint primari: la risposta completa con o senza il recupero ematologico ( CR/CRi ); la sopravvivenza globale.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sul The New England Journal of Medicine ( NEJM ) nel 2016. ( Xagena_2017
Fonte: Pfizer, 2017
Xagena_Medicina_2017