Studio HAVEN 3: nei pazienti con emofilia A senza inibitori del fattore VIII, Emicizumab ha ridotto i sanguinamenti trattati del 96% rispetto a nessuna profilassi


Sono stati presentati al Congresso della World Federation of Hemophilia ( WFH ) 2018 a Glasgow ( Scozia ), i risultati dello studio di fase III HAVEN 3 atto a valutare la profilassi con Emicizumab ( Hemlibra ) somministrato ogni settimana o ogni due settimane in pazienti con emofilia A senza inibitori del fattore VIII, nonché quelli dello studio di fase III HAVEN 4 atto a valutare la profilassi con Emicizumab somministrato ogni quattro settimane in pazienti con emofilia A, con o senza inibitori del fattore VIII.

La riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati, emersa nel confronto intra-paziente dello studio HAVEN 3, ha dimostrato come Emicizumab sia il primo farmaco ad aver evidenziato una efficacia superiore alla precedente profilassi con il fattore VIII, attualmente considerato standard di terapia.
Nonostante i progressi significativi apportati dall’uso regolare della profilassi, molte persone affette da emofilia A possono continuare a manifestare sanguinamenti intercorrenti che comportano una progressione del danno articolare a lungo termine.

Studio HAVEN 3

Lo studio HAVEN 3, in adulti e adolescenti di età uguale o superiore a 12 anni senza inibitori del fattore VIII trattati con Emicizumab in profilassi ogni settimana o ogni due settimane, ha evidenziato una riduzione dei sanguinamenti trattati rispettivamente del 96% ( p inferiore a 0.0001 ) e del 97% ( p inferiore a 0.0001 ) rispetto a quelli non sottoposti ad alcuna profilassi.
Inoltre, il 55.6% ( IC al 95%: 38.1; 72.1 ) dei pazienti trattati con Emicizumab ogni settimana e il 60% ( IC al 95%: 42.1; 76.1 ) dei pazienti trattati con Emicizumab ogni due settimane hanno manifestato zero sanguinamenti trattati, contro lo 0% ( IC al 95%: 0.0; 18.5 ) dei pazienti non sottoposti ad alcuna profilassi.

In particolare, nell’ambito di un confronto intra-paziente, nei pazienti precedentemente arruolati in uno studio prospettico non-interventistico ( NIS ), la profilassi con Emicizumab una volta a settimana ha evidenziato una efficacia superiore alla precedente profilassi con fattore VIII, considerata lo standard di terapia per i pazienti affetti da emofilia A senza inibitori del fattore VIII. Tale superiorità è stata dimostrata da una riduzione dei sanguinamenti trattati pari al 68% ( p inferiore a 0.0001 ).

Inoltre, il 93.7% ( IC al 95%, 86.8-97.7 ) di tutti i partecipanti che hanno risposto a una indagine sulla preferenza del trattamento ( n = 95/134 ) ha preferito Emicizumab alla precedente terapia per l’emofilia.
Il 97.8% ( n = 45/46 ) dei pazienti, nel confronto intra-paziente, ha preferito Emicizumab alla precedente profilassi con fattore VIII.

Non sono stati osservati eventi avversi imprevisti o gravi correlati a Emicizumab e gli eventi avversi più comuni sono risultati in linea con gli studi precedenti.
Gli eventi avversi che si sono manifestati in almeno il 5% dei pazienti dello studio HAVEN 3 sono state reazioni in corrispondenza della sede di iniezione ed infezioni delle alte vie respiratorie.

Nello studio di fase III HAVEN 4 a braccio singolo, adulti e adolescenti di età uguale o superiore a 12 anni con o senza inibitori del fattore VIII trattati con Emicizumab in profilassi ogni 4 settimane hanno avuto un tasso di sanguinamento annualizzato mediano ( ABR ) per i sanguinamenti trattati pari a 0.0 ( IQR: 0.0; 2.1). Il 56.1% ( IC al 95%: 39.7; 71.5 ) dei pazienti ha manifestato zero sanguinamenti trattati, mentre il 90.2% ( IC al 95%: 76.9; 97.3 ) ha sviluppato meno di tre sanguinamenti trattati.

Questi risultati hanno dimostrato che la somministrazione di Emicizumab ogni quattro settimane permette un controllo clinicamente significativo dei sanguinamenti nei pazienti con emofilia A con o senza inibitori del fattore VIII.

Non sono stati osservati eventi avversi imprevisti o gravi correlati a Emicizumab e gli eventi avversi più comuni sono risultati in linea con gli studi precedenti.

Le reazioni in corrispondenza della sede di iniezione sono state l’evento avverso più comune, manifestatosi in nove persone dello studio HAVEN 4. ( Xagena_2018 )

Fonte: Roche, 2018

Xagena_Medicina_2018