Trattamento chemioterapico associato a rischio di induzione di leucemia mieloide acuta


Uno studio osservazionale ha mostrato che l’incidenza della leucmia mieloide acuta nel periodo 1975-2008 è stata quasi cinque volte superiore nei pazienti trattati con chemioterapici rispetto alla popolazione generale ( P inferiore a 0.001 ).

Pertanto, i rischi di leucemia mieloide acuta correlata al trattamento vanno soppesati contro i benefici.
Sono, pertanto, necessi dati che dimostrino i benefici del trattamento e studi che misurino il rischio di leucemia mieloide acuta da chemioterapia e di reazioni avverse a breve e lungo termine.

La leucemia mieloide acuta correlata al trattamento è da tempo riconosciuta come una complicanza rara, ma altamente ad esito fatale, del trattamento chemioterapico.
Sebbene anche la radioterapia possa essere implicata nella leucemia mieloide acuta correlata al trattamento, il rischio sembra essere minore.

Finora, i dati sul rischio di leucemia mieloide acuta associata al trattamento sono scarsi.

Per studiare le variazioni nel tempo del rischio di leucemia mieloide acuta correlata al trattamento, isono stati utilizzati i dati dei registri tumori del programma SEER ( Surveillance, Epidemiology, and End Results ) per identificare i pazienti a più alto rischio di leucemia mieloide acuta trattamento-correlata in funzione del periodo, dell'età al momento della diagnosi oncologica, della latenza e del tipo del primo tumore primario.

I pazienti sono stati seguiti dalla data della diagnosi fino alla comparsa di un secondo tumore primario, al raggiungimento degli 85 anni, al decesso, alla loro perdita durante il follow-up o alla chiusura dello studio ( 31 dicembre 2008 ).

Sono stati identificati in tutto 426.068 adulti ai quali era stato diagnosticato un tumore primario nel periodo 1975-2008, ed erano stati sottoposti a chemioterapia.

In questo gruppo, sono stati registrati 801 casi di leucemia mieloide acuta correlata al trattamento, mentre nella popolazione generale, il tasso atteso di leucemia mieloide acuta era di 170.5 casi: un rischio 4.7 volte maggiore di leucemia mieloide acuta e un eccesso di 3.04 casi ogni 10.000 anni-persona.

In particolare, il rischio di leucemia mieloide acuta correlata al trattamento è risultato particolarmente alto nei pazienti sottoposti a chemioterapia per linfoma di Hodgkin, mieloma e tumori delle ossa e delle articolazioni, dei tessuti molli, dell’ovaio e del polmone.

Quasi la metà di tutti i casi di leucemia mieoloide acuta correlata al trattamento si sono verificati dopo un carcinoma mammario o un linfoma non-Hodgkin; il rischio è risultato significativamente superiore dopo chemioterapia per i tumori dell'esofago, dell’ano, delle vie biliari, della cervice uterina, dell’endometrio, dei testicoli, al cervello e alla prostata.

Anche se più del 25% dei pazienti con un carcinoma allo stomaco o al colon-retto è trattato con la chemioterapia, il rischio di leucemia mieloide acuta correlata al trattamento non è apparso significativamente elevato in questa popolazione.

Per il tumore al polmone, alla mammella e all'endometrio, il rischio di leucemia mieloide acuta trattamento-correlato è molto elevato nei primi 5 anni dopo la diagnosi iniziale, ma si riduce successivamente in modo sensibile.
Per le neoplasie non-ematologiche non è emersa alcuna evidenza di un rischio elevato 10 anni o più dopo la diagnosi.
Per il linfoma di Hodgkin, il linfoma non-Hodgkin e il mieloma, l’aumento del rischio da 3 a 6 volte persiste, invece, per 10 anni o più.

Sono stati evidenziati cambiamenti sensibili nel rischio di leucemia mieloide acuta correlata al trattamento nel tempo, con un aumento negli anni più recenti per il linfoma non-Hodgkin e una riduzione per il carcinoma ovarico, il mieloma, e, potenzialmente, per il tumore ai polmoni. L’andamento nel tempo del rischio è apparso, invece, significativamente eterogeneo per il carcinoma mammario e il linfoma di Hodgkin.

Il rischio di leucemia mieloide acuta correlata al trattamento è risultato maggiore nei pazienti sottoposti a radioterapia più chemioterapia rispetto a quelli trattati solo con la chemioterapia, anche se non significativamente, per i tumori al polmone, alla mammella e all'ovaio, ma non per il linfoma di Hodgkin, il linfoma non-Hodgkin e il mieloma. ( Xagena_2013 )

Fonte: Blood, 2013

Xagena_Medicina_2013