Trapianto allogenico di cellule ematopoietiche e tumori solidi


I soggetti che hanno subito un trapianto corrono un rischio maggiore di sviluppare tumori solidi, ma molti studi sono ridotti e hanno scarsa capacità di valutare le interazioni tra ospite, malattia, e fattori collegati al trattamento.

Nel più ampio studio condotto fino a oggi per la valutazione dei fattori di rischio per tumori solidi, un gruppo di Ricercatori ha studiato una coorte multi-istituzionale di 28.874 soggetti sottoposti a trapianto allogenico con 189 tumori solidi.

In generale, i pazienti hanno sviluppato nuovi tumori solidi con un tasso doppio del previsto in base ai tassi della popolazione generale ( rapporto osservati su attesi 2:1 ) con un aumento del rischio nel tempo ( P per tendenza <0.001 ); il rischio è stato 3 volte maggiore tra i pazienti seguiti per 15 o più anni dopo il trapianto.

Questi risultati hanno dimostrato che il rischio di sviluppare un carcinoma a cellule non-squamose in seguito a radiazioni condizionanti è risultato fortemente dipendente dall’età all’esposizione.

Tra i pazienti irradiati a un’età inferiore ai 30 anni, il rischio relativo di carcinoma a cellule non-squamose è risultato 9 volte più alto rispetto al rischio dei pazienti non-irradiati, sebbene per i pazienti più anziani fosse di 1.1 ( P per interazione <0.01 ).

La malattia del trapianto contro l’ospite e il sesso maschile sono risultati i principali determinanti per il rischio di carcinoma a cellule non-squamose.

Questi dati hanno dimostrato che i sopravvissuti a trapianto allogenico, in particolare i soggetti irradiati in giovane età, hanno mostrato un aumento del rischio di sviluppo di tumori solidi, fornendo supporto alle strategie che promuovono una sorveglianza durante tutta la vita di questi pazienti. ( Xagena_2009 )

Rizzo JD et al, Blood 2009; 113: 1175-1183



Link: MedicinaNews.it

Emo2009 Onco2009