Studio ZUMA-7: maggiore sopravvivenza libera da eventi dall'impiego in seconda linea di Axicabtagene ciloleucel, una terapia CAR-T, nel linfoma a grandi cellule B
L'impiego in seconda linea della terapia con cellule CAR-T anti-CD19 Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ), nei pazienti adulti con linfoma a grandi cellule B recidivato o refrattario entro 12 mesi dalla terapia di prima linea, ha offerto un beneficio di sopravvivenza significativo rispetto alla terapia standard, come dimostrato dai dati di follow-up a 4 anni dello studio di fase 3 ZUMA-7.
Con un follow-up mediano di 47,2 mesi, nel braccio dei pazienti sottoposti a trattamento con Axicabtagene ciloleucel si è osservata una sopravvivenza globale ( OS ) significativamente più lunga ( hazard ratio, HR 0,73; IC 95% 0,54-0,98; log-rank unilaterale stratificato valore di P = 0,0168 ) rispetto a quelli trattati con lo standard di cura, con una riduzione del 27,4% del rischio di morte, corrispondente a un miglioramento relativo del 38% della sopravvivenza complessiva.
La terapia standard per questa popolazione di pazienti è costituita da un processo in più fasi, la cui conclusione prevista è il trapianto autologo di cellule staminali.
Il processo inizia con 2-3 cicli di chemioimmunoterapia e, se il paziente risponde e può tollerare ulteriori trattamenti, si procede con la chemioterapia ad alte dosi, seguita da trapianto autologo di cellule staminali.
Nonostante questo trattamento meno del 40% dei pazienti riesce ad arrivare al trapianto di cellule staminali, contro il 94% dei pazienti dello studio ZUMA-7 trattati con Axicabtagene ciloleucel.
ZUMA-7 è uno studio multicentrico internazionale di fase 3, randomizzato, in aperto, in cui l'obiettivo era valutare la sicurezza e l’efficacia di Axicabtagene ciloleucel rispetto all’attuale standard di cura per la terapia di seconda linea nei pazienti adulti con linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario entro 12 mesi dalla terapia di prima linea.
Nello studio ZUMA-7, lo standard di cura prevedeva un regime chemioterapico di salvataggio a base di Platino seguito, in coloro che rispondevano, da una chemioterapia ad alte dosi e poi il trapianto autologo.
Sono stati arruolati 359 pazienti da 77 Centri, e assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con una singola infusione di Axicabtagene ciloleucel o l’attuale terapia standard di cura in seconda linea.
L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da eventi ( EFS ), determinata mediante una revisione centralizzata in cieco e definita come il tempo intercorso tra la randomizzazione e la data della prima progressione della malattia, secondo la classificazione di Lugano, l’inizio di una nuova terapia per il linfoma o il decesso per qualsiasi causa.
Gli endpoint secondari chiave includevano il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) e la sopravvivnza globale, gli esiti riferiti dai pazienti ( PRO ) e la sicurezza.
L’analisi dell’endpoint primario ha dimostrato un aumento di 2,5 volte della sopravvivenza libera da eventi nei pazienti trattati con Axicabtagene ciloleucel che erano in vita a 2 anni e che non presentavano progressione della malattia o non avevano richiesto un trattamento aggiuntivo ( 40,5% versus 16,3% ), e una sopravvivenza mediana senza eventi 4 volte maggiore ( 8,3 mesi vs 2,0 mesi ) rispetto allo standard di cura ( HR 0,40; IC 95%: 0,308-0,514, P minore di 0,0001 ).
Quasi il triplo dei pazienti assegnati al trattamento con Axicabtagene ciloleucel ha ricevuto il trattamento con cellule CAR-T ( 94% ) rispetto a quelli assegnati allo standard di cura ( 35% ) ( chemioterapia ad alte dosi più trapianto autologo ).
Rispetto ai pazienti trattati con lo standard di cura, un numero maggiore, tra quelli trattati con Axicabtagene ciloleucel, ha risposto al trattamento ( ORR: 83% versus 50%, OR: 5,31; IC 95%: 3,1-8,9; P minore di 0,0001 ) e ha ottenuto una risposta completa ( 65% versus 32% ). ( Xagena_2023 )
Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) Annual Meeting, 2023
Xagena_Medicina_2023