Studio KarMMa-3: la terapia con Idecabtagene vicleucel prolunga in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione
KarMMa-3 è uno studio randomizzato, controllato, in aperto, condotto in 49 centri di 12 Paesi.
I pazienti arruolati dovevano avere almeno 18 anni, aver ottenuto una risposta ad almeno un precedente regime di trattamento, presentare un performance status ECOG pari a 0 o 1, aver riportato al grado 1 o al grado presente al basale tutte le tossicità non-ematologiche prodotte da trattamenti precedenti e disporre di un accesso vascolare adeguato per la leucaferesi.
I pazienti sono stati assegnati in rapporto 2:1 al trattamento con Idecabtagene vicleucel ( n=254 ) o uno dei cinque regimi standard ( n=132 ) scelti prima della randomizzazione in base al regime terapeutico più recente del paziente e a discrezione dello sperimentatore.
Questi regimi comprendevano Daratumumab più Pomalidomide e Desametasone ( n=43 ), Daratumumab più Bortezomib e Desametasone ( n=7 ), Ixazomib più Lenalidomide e Desametasone ( n=22 ), Carfilzomib e Desametasone ( n=30 ), o Elotuzumab più Pomalidomide e Desametasone ( n=30 ).
Ai pazienti del braccio Idecabtagene vicleucel, dopo linfodeplezione con Fludarabina 30 mg/m2 e Ciclofosfamide 300 mg/m2 per 3 giorni consecutivi seguiti da 2 giorni senza trattamento, è stata somministrata una singola infusione di Idecabtagene vicleucel a una dose target compresa tra 150 × 10(6) e 450 × 10(6) cellule T CAR-positive.
I pazienti sono stati arruolati nel periodo 2019-2022, con un cut-off dei dati fissato al 18 aprile 2022 e sono stati stratificati in base a età ( inferiore a 65 contro 65 anni o più ), numero di regimi precedenti ( 2 contro 3 o 4 ) e profilo citogenetico ad alto rischio ( presente vs assente o sconosciuto ), definito in base alla presenza della traslocazione (t) [4;14], della t[14;16] o di una delezione del cromosoma 17p.
L’endpoint primario era rappresentato dalla sopravvivenza libera da progressione, mentre gli endpoint secondari chiave includevano il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) e la sopravvivenza globale ( OS ).
Le caratteristiche di base dei pazienti erano generalmente bilanciate nei due bracci e l'età mediana era in entrambi di 63 anni.
Il numero mediano di regimi di trattamento effettuati in precedenza era pari a 3 in ciascun braccio. Inoltre, quasi tutti i pazienti ( 90% ) erano refrattari agli immunomodulatori, il 74% agli inibitori del proteasoma e il 95% a Daratumumab.
Il 65% dei pazienti nel braccio assegnato a Idecabtagene vicleucel e il 67% nel braccio trattato con lo standard di cura risultavano refrattari a tutte e tre le classi di farmaci standard ( pazienti triplo-refrattari ).
Presentava un alto rischio citogenetico il 42% dei pazienti del braccio Idecabtagene vicleucel e il 46% del braccio di confronto.
Il trattamento con Idecabtagene vicleucel ha prodotto un aumento dei tassi di sopravvivenza libera da progressione. La sopravvivenza PFS a 6 mesi è risultata del 73% con Idecabtagene vicleucel versus 40% con lo standard di cura, mentre la sopravvivenza PFS a 12 mesi è risultata rispettivamente del 55% versus 30%.
Inoltre, il beneficio di sopravvivenza libera da progressione associato al trattamento con Idecabtagene vicleucel è stato confermato in tutti i sottogruppi prespecificati, indipendentemente dall'età, razza, numero di regimi precedenti effettuati e presenza o meno di anomalie citogenetiche ad alto rischio, di malattia extramidollare, di un elevato carico di malattia o della triplo-refrattarietà. ( Xagena_2023 )
Fonte: The New England Journal of Medicine, 2023
Xagena_Medicina_2023