Leucemia linfatica cronica: trattamento
La leucemia linfatica cronica è la più comune leucemia degli adulti in Europa e Nord America. La malattia è caratterizzata da proliferazione e accumulo di piccole cellule CD5+ nel sangue, linfonodi, milza, fegato e midollo osseo.
Il decorso clinico naturale della leucemia linfatica cronica è altamente variabile, e la chemioterapia non è generalmente indicata nella malattia in fase iniziale e stabilizzata. Tuttavia, i pazienti con leucemia linfatica cronica progressiva e più avanzata richiedono trattamento.
Per molti anni il Clorambucile ( Leukeran ) con o senza corticosteroidi è stato impiegato nei pazienti in precedenza non-trattati. Più recentemente, sono stati inseriti nel trattamento gli analoghi nucleosidici delle purine [ Fludarabina ( Fludara ), Cladribina ( Leustatin ) e Pentostatina ( Nipent ) ], e il Clorambucile non rappresenta più il trattamento standard.
Studi clinici, randomizzati hanno mostrato che il trattamento con analoghi nuclesosidici delle purine produce più alta risposta generale e risposta completa rispetto ai pazienti trattati con Clorambucile e Ciclofosfamide ( Endoxan ).
L’associazione tra un analogo nucleosidico delle purine e la Ciclofosfamide permette di ottenere ancora più alte risposte ( risposta completa e risposta molecolare completa ), rispetto all’analogo nucleosidico delle purine in monoterapia.
La somministrazione di anticorpi monoclonali può migliorare in modo significativo il decorso della leucemia linfatica cronica.
Al momento due anticorpi monoclonali hanno un rilevante valore clinico nei pazienti con leucemia linfatica cronica.
Il primo è Rituximab ( MabThera ), un anticorpo monoclonale umano che ha come bersaglio gli antigeni CD20, e il secondo è Alemtuzumab ( MabCampath ), una forma umanizzata di anticorpo murino attivo contro CD52.
Diversi report indicano che nei pazienti con leucemia linfatica cronica, Rituximab combinato con un analogo nucleosidico delle purine può aumentare la risposta totale e la risposta completa, rispetto alla monoterapia con solo analogo nucleosidico o Rituximab, con un’accettabile tossicità.
Negli studi clinici randomizzati, la combinazione di Rituximab con Fludarabina e Ciclofosfamide ( regime FC-R ) ha dimostrato più elevate risposte generali, risposte complete, e una maggiore sopravvivenza libera da progressione nei pazienti, precedentemente non-trattati, con leucemia linfatica cronica recidivata o refrattaria, rispetto al regime FC, basato su Fludarabina e Ciclofosfamide.
Diversi report hanno mostrato una significativa attività di Alemtuzumab nella leucemia linfatica cronica, così come nei pazienti in precedenza non-trattati.
Diversi nuovi farmaci sono in sviluppo clinico, con promettenti risultati; tra questi, nuovi anticorpi monoclonali, farmaci che hanno come bersaglio la famiglia antiapoptotica bcl-2 di proteine e recettori, coinvolta nei segnali di sopravvivenza, oligonucleotidi antisenso.
I più promettenti nuovi anticorpi monoclonali sono quelli contro la molecola CD23 ( Lumiliximab ) e la molecola CD40.
Sono stati valutati anche Oblimersen, Alvocidib ( Flavopiridolo ) e Lenalidomide.
Negli anni recenti sono state osservati miglioramenti nelle procedure di trapianto di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) nei pazienti ad alto rischio di leucemia linfatica cronica. Tuttavia l’esatto ruolo di HSCT, sia autologo sia allogenico, nel trattamento standard delle leucemia linfatica cronica non è ancora ben definito. ( Xagena_2009 )
Robak T et al, Drugs 2009 ; 69 : 2415-2449
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