Bortezomib, Desametasone e Rituximab nella terapia primaria della macroglobulinemia di Waldenström


I Ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute di Boston, negli Stati Uniti, hanno esaminato l’attività di Bortezomib ( Velcade ), Desametasone ( Decadron ) e Rituximab ( Rituxan; MabThera ) (BDR) in pazienti con macroglobulinemia di Waldenström sintomatica e non-trattata.

Un ciclo di terapia era costituito da Bortezomib 1.3 mg/m2 per via endovenosa; Desametasone 40 mg ai giorni 1, 4, 8 e 11; Rituximab 375 mg/m2 al giorno 11.

I pazienti hanno ricevuto 4 cicli consecutivi per la terapia di induzione e in seguito altri 4 cicli, a 3 mesi di distanza uno dall’altro, per la terapia di mantenimento.
In totale, 23 pazienti hanno ricevuto una mediana di 7 cicli di trattamento.

Il coinvolgimento mediano nella malattia del midollo spinale è diminuito dal 55% al 10% ( P=0.0004 ), i livelli sierici di immunoglobulina M da 4.83 a 1.11 mg/dL ( P<0.0001 ) e l’ematocrito è aumentato da 29.8% a 38.2% ( P=0.0002 ), alla migliore risposta.

I tassi di risposta generale e quelli di risposta maggiore sono stati pari a 96% e 83%, con 3 risposte complete, 2 quasi complete, 3 parziali molto buone, 11 parziali, e 3 risposte minori.

Le risposte si sono presentate a un tempo mediano di 1.4 mesi.

Dicotto dei 23 pazienti sono rimasti liberi da progressione della malattia durante un periodo di follow-up mediano di 22.8 mesi.

La più comune tossicità era rappresentata dalla neuropatia periferica, e si è limitata al grado minore o uguale a 1 in 13 pazienti su 16 ( tempo mediano di 6 mesi ).

Quattro dei primi 7 pazienti trattati hanno sviluppato infezione da herpes zoster, che ha portato all’utilizzao di terapia antibiotica profilattica.

In conclusione, la terapia con Bortezomib, Desametasone e Rituximab produce risposte rapide e durature e alti tassi di risposta e remissione completa nella macroglobulinemia di Waldenström.
La profilassi per herpes zoster è necessaria nel trattamento con Bortezomib, Desametasone e Rituximab; la neuropatia periferica reversibile è risultata essere la più comune tossicità e ha portato a una prematura interruzione del trattamento di Bortezomib nel 61% dei pazienti.
Dovrebbero essere valutati schemi di somministrazione alternativi per Bortezomib, tra cui dosaggi settimanali. ( Xagena_2009 )

Treon SP et al, J Clin Oncol 2009; 27: 3830-3835



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