Linfoma CD30+ pretrattato e refrattario: risultati promettenti con l'impiego di cellule NK complessate con AFM13, un anticorpo bispecifico diretto contro CD16A e CD30


Da una ricerca dell’MD Anderson Cancer Center ( University of Texas; USA ) è emerso che le cellule natural killer ( NK ) derivate dal sangue del cordone ombelicale, combinate con l'anticorpo bispecifico AFM13 diretto contro CD16A e CD30, hanno prodotto risposte efficaci nei pazienti con linfoma CD30+ pretrattato e refrattario.

E' stato osservato un tasso di risposta globale ( ORR ) dell’89% in 19 pazienti, tra cui 10 risposte complete ( CR ).
I tassi di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e sopravvivenza globale ( OS ) per tutti e tre i livelli di dose erano rispettivamente del 53% e del 79% dopo un follow-up mediano di 11 mesi e un follow-up iniziale di 19 mesi.
L’espansione delle cellule NK si è verificata immediatamente dopo l’infusione e si è protratta per 2 settimane.

La dose tre [10(8) NK/Kg ] è stata definita come dose raccomandata di fase II ( RP2D ). Tutti e 13 i pazienti trattati con questa dose hanno presentato una risposta alla terapia ( 100% ORR ), di cui 8 hanno avuto risposta completa ( CR ) ( 62% ).

AFM13 è un anticorpo bispecifico disegnato per legarsi a CD16A sulle cellule NK e CD30 sulle cellule del linfoma, consentendo alle cellule NK di eliminare le cellule tumorali.
Prima dell’infusione, le cellule NK vengono attivate con citochine, espanse in presenza di cellule presentanti l’antigene artificiale e infine complessate con AFM13.

Lo studio di fase I/II monocentrico ha arruolato 22 pazienti, età media di 37 anni, con linfoma CD30+ recidivato o refrattario.
Alla maggior parte dei partecipanti allo studio era stata fatta di linfoma di Hodgkin e aveva ricevuto, in precedenza, una media di 7 linee di terapia.
Tutti i pazienti presentavano una malattia progressiva attiva al momento dell’arruolamento.
I pazienti sono stati arruolati a tre livelli di dose e 19 pazienti hanno completato entrambi i cicli pianificati.

Il trattamento è risultato ben tollerato, con effetti collaterali minimi oltre alla prevista mielosoppressione dalla precedente chemioterapia linfodepletiva.
Non ci sono stati casi di sindrome da rilascio di citochine, sindrome da neurotossicità associata alle cellule effettrici immunitarie o malattia del trapianto contro l’ospite.
Sono state riscontrate 6 reazioni correlate all’infusione in 110 infusioni di AFM13 da solo e nessuna reazione alle cellule NK complessate con AFM13.

Sei pazienti hanno ricevuto un trapianto di cellule staminali dopo una risposta a questo trattamento.

Dai dati è emerso che questa nuova opzione terapeutica, utilizzata come ponte per il trapianto di cellule staminali o forse anche come trattamento curativo, appare efficace nei pazienti con linfoma CD30+. ( Xagena_2022 )

Fonte: American Association for Cancer Research ( AACR ) Meeting, 2022

Xagena_Medicina_2022