Mobilizzazione di cellule staminali del sangue periferico


Uno studio ha valutato i metodi e le tecniche di raccolta attualmente utilizzati nella mobilizzazione delle cellule staminali per i pazienti sottoposti a trapianto autologo.

Una mobilizzazione di un adeguato numero di cellule progenitrici può contribuire a garantire e migliorare i tempi di attecchimento di neutrofili e piastrine.
È stata studiata una varietà di metodi per trovare la più sicura e meglio prevedibile mobilizzazione di cellule progenitrici CD34+, comprendendo l'uso di agenti singoli o le combinazioni di fattori di crescita emopoietici, chemioterapia, e un nuovo antagonista dei recettori delle chemochine.

Attualmente, il fattore stimolante le colonie di granulociti ( G-CSF ) 10 microg/kg al giorno assunto 4 giorni prima dell’aferesi rimane la terapia standard per la mobilizzazione iniziale. Nei pazienti che non riescono a mobilizzare o che sono ad alto rischio di fallimento di mobilizzazione, può essere utilizzata Ciclofosfamide insieme a G-CSF.

Plerixafor ( Mozobil ), un nuovo antagonista del recettore delle chemochine, in combinazione con G-CSF ha dimostrato una superiorità nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta rispetto al G-CSF da solo in 2 studi di fase 3.

In conclusione, la strategia di mobilizzazione ottimale è ancora sconosciuta; tuttavia, i fattori stimolanti le colonie rimangono gli agenti di mobilizzazione più comunemente usati. Attualmente, la chemioterapia o Plerixafor in combinazione con G-CSF rappresentano una scelta ragionevole in pazienti pesantemente pretrattati e difficili da mobilizzare con linfoma non-Hodgkin e mieloma multiplo. ( Xagena_2010 )

Rosenbeck LL, Ann Pharmacother 2010; 44: 107-116



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